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Villa romana - Casal dè Pazzi |

Sito in prossimità della via Nomentana, poco prima dell'incrocio con via G. Zanardini, su una balza collinare che domina il Fosso della Cecchina e protetta da un alto muro di cinta, il Casale, in gran parte restaurato all'inizio del secolo e recentemente adattato a villa signorile privata, conserva ancora il suo aspetto medievale di complesso fortificato.
Caratterizzato da due torri di diversa altezza, di cui quella occidentale, in tufelli misti a scaglie di selce, con finestre rettangolari, cornice marcapiano e merlatura ghibellina, potrebbe riferirsi a un casale-torre del XIII secolo, trasformato e riutilizzato dai Pazzi sotto il pontificato di Sisto IV.
A un periodo non anteriore alla metà del XVI secolo sembrano invece risalire il corpo di fabbrica a squadra e la torre settentrionale, attualmente merlata ma originariamente coperta a tetto, caratterizzata da una loggia ad archetti e finestre modanate in marmo.
Una costruzione quadrangolare a due piani chiude l'edificio sul retro, a formare un cortile interno al centro del quale è un piccolo pozzo in marmo decorato con cervi e motivi floreali. Nei muri perimetrali interni sono incastrati numerosi frammenti di decorazioni scultoree.
All'incrocio con la via Nomentana, sulla destra, troviamo poi il termine lapideo della vecchia
via Casal de' Pazzi, ricalcata qui da via G. Zanardini, costruita negli anni Venti, ai tempi dei miglioramenti agrari effettuati nella Tenuta di Aguzzano, e chiamata via di Bonifica n. 31.

